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In cerca di un posto nel mondo

Figli soli e disorientati: un SOS al mondo degli adulti

Centinaia di eventi, migliaia di bambini, ragazzi e famiglie, in tutte le regioni d'Italia, dal 13 al 22 maggio 2016


 

IL TEMA

La VI Settimana del Diritto alla Famiglia punta i riflettori sul tema dell’educazione. I genitori, mai come in questa epoca, devono compiere importanti e improrogabili scelte che sappiano dare una risposta ai bisogni dei più piccoli. I figli non chiedono altro che respirare aria buona, di crescere serenamente, di scoprirsi e scoprire il mondo accompagnati da valori che solo la famiglia può trasmettere. I genitori non possono delegare ad altri il loro ruolo.

I PUNTI NODALI

La bellezza dell’amore donato. I figli hanno bisogno di essere accompagnati nello sviluppo psico-affettivo ed in particolare di vivere in modo maturo la relazione con se stessi e con gli altri. Occorre proporre itinerari formativi e di accompagnamento che aiutino bambini e ragazzi, con modalità idonee alle diverse età, a crescere nella “capacità di donarsi” con consapevolezza e generosità. Bisogna promuovere il valore e la pratica dell’impegnarsi in relazioni stabili e feconde, intese come via per la piena realizzazione umana.
Madri sole. In Italia sono oltre due milioni le madri che crescono da sole uno o più figli minorenni. La sfida educativa, già ardua quando si è in due, diviene quasi insostenibile se si è da soli, specie in un tempo in cui non mancano difficoltà economiche, abitative, relazionali. Troppe volte questa condizione si traduce in trascuratezza e solitudine cronica per tanti bambini e ragazzi. Occorre promuovere politiche e azioni istituzionali che assicurino adeguate misure di supporto a questi nuclei familiari. Occorre altresì che la società civile sappia attivarsi, offrendo spazi di solidarietà che aiutino queste donne ed i loro figli ad affrancarsi da condizioni di eccessivo disagio. Si propone, attraverso la Settimana, la diffusione di progetti di sostegno alle madri sole che, realizzati da parrocchie, associazioni, scuole, servizi sociali, sappiano promuoverne l’inclusione in contesti relazionali positivi e solidali. È altresì necessario, consolidare il sistema Meridionale di accoglienza di gestanti e madri con figli.
La scuola siamo noi. Nell’era della Buona Scuola, i genitori non devono delegare solo ai programmi ministeriali il progetto educativo e la formazione dei figli. La scuola è obbligata ad ascoltare la famiglia, prima agenzia educativa. I genitori sono chiamati a vivere in modo propositivo il loro ruolo, a fare rete e costruire nuove alleanze educative.
Bimbi di tutti. Quando la miseria colpisce i più piccoli tutti siamo interpellati. Alimentazione, istruzione, sostegno alla crescita: in molte parti del mondo non vengono garantiti i diritti fondamentali dei bambini. Di fronte a queste profonde ingiustizie, è necessario rieducare le coscienze alla solidarietà e alla mondialità.
Vivere la misericordia in famiglia.Non cadiamo nell’indifferenza che umilia, nell’abitudinarietà che anestetizza l’animo e impedisce di scoprire la novità, nel cinismo che distrugge”. Così papa Francesco scrive nella Bolla di indizione del Giubileo straordinario della misericordia. Queste parole dovrebbero essere vissute innanzitutto in famiglia. Se la famiglia è la prima scuola di amore e di vita allora è anche il luogo privilegiato per educare ed educarsi al perdono. Ogni soglia di una casa dovrebbe diventare l’entrata nella scuola della comunione e dell’amore.