RICHIESTE URGENTI ALLE REGIONI CENTRO-MERIDIONALI PER LA TUTELA DEL DIRITTO DEI BAMBINI AD AVERE UNA FAMIGLIA (inviate alle regioni il 24.04.2015)
Promotori:
Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Associazione Famiglie per l'Accoglienza, Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie, Coordinamento Nazionale Comunità per Minori, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza, Federazione Progetto Famiglia
1. IL DOVERE DI GARANTIRE LA CRESCITA IN UNA FAMIGLIA
Da più di trent’anni la legislazione italiana sancisce il diritto dei bambini e dei ragazzi ad avere una famiglia. Diritto corrispondente innanzitutto al dovere del servizio pubblico di sostenere le famiglie in crisi, evitando il sorgere o l’incancrenirsi di situazioni di grave disagio per i figli. Quando poi, nonostante gli aiuti, il contesto familiare risultasse gravemente inadeguato, il servizio pubblico ha il dovere di intervenire per assicurare a bambini e ragazzi la possibilità di crescere in un altro contesto familiare. Le alternative in questo caso sono tre: due di carattere temporaneo, a cui ricorrere quando la difficoltà familiare può essere superata o si presenta non del tutto compromessa: l’affidamento ad una famiglia e, ove questo non fosse possibile, l’inserimento in una comunità di tipo familiare. La terza opzione, di natura definitiva, mirante a dare a bambini e ragazzi una nuova famiglia: l’adozione.
2. UN BILANCIO A TINTE SCURE, SOPRATUTTO AL CENTRO-SUD
Ciò premesso, occorre rilevare che questo sistema di tutela del diritto a crescere in famiglia mostra numerose, e a volte gravi, falle. Difficoltà e carenze evidenziate sia dagli ultimi dati governativi sui quasi trentamila bambini e ragazzi in affidamento e in comunità, che dall’esperienze sul campo di tanti operatori e associazioni che quotidianamente “fronteggiano” migliaia di situazioni familiari in crisi in cui i bambini e i ragazzi crescono sperimentando carenze, solitudine e disorientamento.
I dati diffusi dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali relativi ai bambini e ragazzi che vivono fuori dalla propria famiglia, mettono in evidenza una situazione di grave ritardo che le Regioni del Centro-Sud Italia hanno nel campo della tutela del diritto dei bambini e ragazzi alla famiglia: frammentarietà di molti interventi di accoglienza; elevata incidenza degli allontanamenti coatti disposti dai Tribunali per i Minorenni, rispetto a quelli attivati dai Servizi Sociali in accordo con le famiglie di bambini e ragazzi; forte incidenza dei provvedimenti d’urgenza, che evidenzia la difficoltà di monitoraggio e di prevenzione del disagio familiare e minorile; importante percentuale degli affidamenti residenziali di lunga durata, spesso dovuti al ridotto lavoro di recupero della famiglia di origine e alla conseguente impossibilità per i bambini e ragazzi di rientrare nella loro famiglia.
3. IL RUOLO DELLE REGIONI
Nell’arco dei trent’anni di attuazione della legislazione nazionale in materia di tutela minorile si è evidenziato quanto la capacità di garantire il diritto a crescere in una famiglia dipenda molto dalle scelte dei decisori locali, in particolari dei comuni, singoli o associati. La facoltà di orientare tali scelte verso l’attivazione di interventi e servizi stabili, adeguati e continuativi, è in gran parte di competenza delle Regioni. In particolare la riforma del titolo V della Costituzione ha assegnato alle Regioni una specifica potestà legislativa in materia sociale e quindi anche nel campo dei servizi di sostegno, protezione e accoglienza per i bambini, i ragazzi e le famiglie.
4. LA PETIZIONE ALLE REGIONI “FUORI FAMIGLIA” (www.dirittoallafamiglia.it)
Nel 2013 circa quaranta enti e associazioni di vari luoghi d'Italia, riuniti in Comitato, hanno deciso di avviare una campagna di raccolta firme, denominata "Una firma per donare futuro", per chiedere alle Amministrazioni Regionali, ed in particolare a quelle del Centro-Sud (Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Puglia, Sicilia, Abruzzo e Molise), un rinnovato impegno nella costruzione di un valido sistema di servizi di sostegno alle famiglie e di protezione dell’infanzia. Un sistema che, guidato dal pubblico e realizzato in integrazione con il privato sociale e il volontariato, ribadisca la centralità del diritto di bambini e ragazzi a crescere in famiglia e assicuri la presenza di adeguati servizi, interventi e progetti. La petizione, lanciata nel corso del 2013, ha raccolto quasi 5.000 firme, consegnate in due tranche alla Conferenza permanente delle Regioni e delle Province Autonome.
5. CINQUE PROPOSTE "IMMEDIATAMENTE CANTIERABILI" DALLE REGIONI DEL CENTRO-SUD
La Petizione ha suscitato l'attenzione di parte dei decisori regionali, del mondo dell'associazionismo e dei servizi. Nel corso degli ultimi mesi alcune associazioni e reti nazionali (Progetto Famiglia, ANFAA, CNCA, CNCM, Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII, Ass. Famiglie per l'Accoglienza) hanno individuato cinque proposte urgenti e "immediatamente cantierabili" cioè ritenute attivabili in tempi brevi e con sforzi istituzionali, organizzativi ed economici sostenibili.
Tali proposte sono:
1) SOSTEGNI ALLE ADOZIONI DIFFICILI. Previsione dell'obbligo per i comuni di erogazione e facilitazione dell'accesso a sostegni (economici, sociali, psicopedagogici e psicoterapeutici) alle famiglie che adottano minori disabili e/o con disagio psicorelazionale o di età superiore ai 12 anni
2) ACCOMPAGNAMENTO ALL'AUTONOMIA DEI NEOMAGGIORENNI IN USCITA DA PERCORSI DI TUTELA. Istituzione di un fondo nazionale e regionale stabili nel tempo per il sostegno all'autonomia dei neomaggiorenni ex affidati impegnati nella frequentazione di percorsi di formazione professionale o nella attuazione di un progetto di start-up di una nuova attività, fino al compimento del 25esimo anno di età.
3) CERTEZZA DEI CONTRIBUTI ECONOMICI E DELLE COPERTURE ASSICURATIVE AGLI AFFIDATARI
Obbligo o meccanismi di stimolo per gli enti gestori degli interventi assistenziali (comuni, consorzi di comuni, ecc...), affinché eroghino un contributo economico agli affidatari, svincolato dal loro reddito; il relativo importo deve essere stabilito in relazione alle condizioni dell’affidato e comunque non deve essere inferiore all'80% della pensione minima INPS. È altresì obbligatoria la stipula di idonea polizza assicurativa.
4) SVILUPPO DELLA PRATICA DEGLI "AFFIDAMENTI PONTE" DEI BAMBINI PICCOLISSIMI. Istituzione di un fondo regionale che rimborsi i Comuni per il costo dei contributi per l'affidamento familiare dei bambini di età inferiore o pari a tre anni. Inserimento del tema dello sviluppo dell'affidamento dei bambini piccolissimi tra le finalità del Tavolo Regionale di cui al punto 5.
5) TAVOLI REGIONALI SULL'AFFIDO FAMILIARE. Istituzione da parte delle singole Regioni di un Tavolo regionale sull'affido familiare, con il coinvolgimento anche dei servizi affidi territoriali, delle autorità giudiziarie minorili e delle associazioni di affidatari, finalizzato all’applicazione sul territorio delle Linee di indirizzo nazionali per l’affidamento familiare.
6. DALLE "IPOTESI GENERALI" ALLE PROPOSTE SPECIFICHE PER CIASCUNA REGIONE
In data 24/04/2015 le cinque proposte sono state inviate alle Regioni come "ipotesi generali" sulle quali sviluppare un percorso di confronto. Ogni contesto territoriale è infatti connotato da differenti specificità, punti di forza e di debolezza, che richiedono la formulazione di proposte ad hoc per ciascuna regione.
Al fine di allargare il confronto e giungere all'elaborazione di adeguate richieste specifiche per ciascuna regione, le cinque proposte sono state inviate anche all'attenzione dei:
- Garanti Regionali per l'Infanzia e l'Adolescenza delle regioni del Centro-Sud;
- Tribunali per i Minorenni e delle Procure minorili del Centro-Sud;
- di una platea qualificata di esperti ed operatori dei servizi pubblici, del settore no-profit, del mondo accademico.
Le proposte sono infine state messe a disposizione di chiunque fosse interessato ad esprimere pareri, mediante la pubblicazione delle stesse in alcuni siti web, la diffusione tramite newsletter, la presentazione in eventi pubblici.
7. LABORATORIO ONLINE DI CONFRONTO (SUL FORUM NAZIONALE DI CONFRONTO TRA OPERATORI ED ESPERTI DELL'AFFIDAMENTO FAMILIARE - www.affidofamiliare.it)
Al fine di facilitare lo scambio di proposte, pareri, suggerimenti è stato attivato - in seno al forum www.affidofamiliare.it - un laboratorio online di confronto.
Questo, insieme a quanto emergerà da taluni incontri nazionali e/o regionali di confronto, porterà alla definizione, per step progressivi di confronto e sintesi, delle proposte specifiche da presentare a ciascuna regione centro-meridionale.
8. PRESENTAZIONE FORMALE DELLE PROPOSTE SPECIFICHE
Al termine del percorso di confronto ed elaborazione (che potrà svilupparsi anche con tempi diversi nelle varie regioni), gli enti promotori della presente iniziativa consegneranno formalmente le proposte alle singole Amministrazioni Regionali. Gli enti, le organizzazioni, i singoli operatori ed esperti, che avranno partecipato ai confronti e che avranno condiviso i contenuti finali inseriti nelle proposte specifiche, saranno invitati a firmarle, al fine di referenziare in modo autorevole le proposte stesse.
9. SEGRETERIA DEL PERCORSO
La segreteria generale del percorso è curata dalla Federazione Progetto Famiglia nella persona del presidente, dr. Marco Giordano (marcogiordano@progettofamiglia.org).