Affiancamento familiare delle madri in comunità di recupero

Affiancamento familiare delle madri in comunità di recupero

Messaggioda ROMANA PERIN » 16/03/2016, 10:23

Facendo seguito al mio intervento dell’anno scorso, vorrei portare l’esperienza che vivo come legale di una comunità di recupero per giovani uomini e donne.
Con i responsabili di Comunità Cenacolo abbiamo iniziato a riflettere sulla possibilità di offrire un sostegno alla genitorialità parallelo al cammino di recupero del genitore, in una rete di relazioni e condivisioni di vita, in seguito ad una richiesta dei Servizi Sociali.
Era accaduto infatti che, dopo l’ingresso di un padre nella nostra comunità, ed il ricovero della madre in ospedale, i Servizi chiedessero se avevamo famiglie disponibili ad accogliere i figli della coppia, in assenza di parenti che potessero accudirli.
In quel tempo la Comunità dava inizio ad un cammino di spiritualità volto alle giovani coppie di sposi, interne ed esterne alla comunità, per aiutarle a riscoprire il sacramento del matrimonio: si sono avvicinate a noi numerose famiglie con e senza figli.
Abbiamo compreso che quel gruppo di famiglie in cammino, coinvolte in un percorso di riflessione e rinvigorimento della loro unione, e nello stesso tempo molto vicine alla spiritualità e al carisma della Comunità, poteva rappresentare un bacino di famiglie accoglienti in piena sintonia con la vita ed i valori promossi dalla comunità, e abbiamo pensato ad un cammino rivolto solo a loro, per sensibilizzarle verso i bisogni dei minori fuori famiglia in generale, e quelli dei minori, figli di ragazzi e ragazze che chiedevano aiuto alla Comunità, per i quali vi era un progetto di affidamento temporaneo.
Ne è nata così, da circa due anni, la rete di famiglie affidatarie “Accogliere la Vita”, che vuole essere anche una risorsa di affiancamento alle madri sole che non possono, per vari motivi, portare con sé i figli in comunità e non hanno aiuti esterni per accudirli.
Abbiamo colto subito il consenso che le madri manifestavano verso questo affiancamento, come si abbassavano le paure e le diffidenze per il fatto che la famiglia accogliente facesse parte di una rete amica, come questo rappresentasse anche un incentivo ad impegnarsi in un cammino di recupero percepito come “comune” al figlio.
Abbiamo visto la bontà del progetto per il minore, che viveva e vive la continuità quasi fisica tra le due realtà, in uno scambio ed una partecipazione ad eventi comuni come le feste e le celebrazioni della comunità.
Siamo una realtà in divenire, consapevoli della necessità di sostenere la rete di famiglie amiche della Comunità con incontri di formazione e condivisione, in collaborazione con altre Associazioni di famiglie più esperte di noi ed i Servizi Sociali del territorio.
ROMANA PERIN
 
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