DOSSIER
RICHIESTE
URGENTI


LE 5 RICHIESTE URGENTI

1) Sostegni alle adozioni difficili

Previsione dell'obbligo per i comuni di erogazione e facilitazione dell'accesso a sostegni (economici, sociali, psicopedagogici e psicoterapeutici) alle famiglie che adottano minori disabili e/o con disagio psicorelazionale o di età superiore ai 12 anni.

DOCUMENTI NAZIONALI

Requisiti di "qualità" per gli interventi a favore dei minori adottati, CISMAI (scarica)

Quei 300 minori italiani disabili che nessuno vuole adottare, Redattore Sociale (scarica)

Quando l'adozione rischia il fallimento, Daniele Bruno psicoterapeuta, Silvia Minetti ass. sociale, antropologa, formatore (scarica)

Linee di Indirizzo Nazionali Affidamento Familiare racc. 128.1 az. 1,2 (scarica)

CONVEGNO "adozioni difficili" SALERNO 27 giugno 2017

2) Accompagnamento all'autonomia dei neomaggiorenni

Istituzione di un fondo nazionale e regionale stabili nel tempo per il sostegno all'autonomia dei neomaggiorenni ex affidati impegnati nella frequentazione di percorsi di formazione professionale o nella attuazione di un progetto di start-up di una nuova attività, fino al compimento del 25esimo anno di età.

DOCUMENTI NAZIONALI

Comunicato stampa Novembre 2015 de: CISMAI, CNCA, CNCM, Progetto Famiglia, SOS Villaggi dei Bambini, Federazione Isperantzia, Terra dei Piccoli (scarica)

"Neo Maggiorenni al lavoro", Progetto di Agevolando (scarica)

 Linee Indirizzo Nazionali Affidamento Familiare punto 224.c, motiv., racc. 224.c.1, az.1, az.2 e racc. 224.c.2, az.1, az.2 (scarica) 

DOCUMENTI REGIONALI e COMUNALI

Comune di Torino: Deliberazione giunta Comunale 2004 (scarica)

3) Sostegno economico e assicurativo agli affidi familiari

Obbligo o meccanismi di stimolo per gli enti gestori degli interventi assistenziali (comuni, consorzi di comuni, ecc...), affinché eroghino un contributo economico agli affidatari, svincolato dal loro reddito; il relativo importo deve essere stabilito in relazione alle condizioni dell’affidato e comunque non deve essere inferiore all'80% della pensione minima INPS. È altresì obbligatoria la stipula di idonea polizza assicurativa.

DOCUMENTI NAZIONALI

Saostegno alle famiglie affidatarie ANFAA (scarica)

Informazioni utili per famiglie affidatarie, Comune di Genova (scarica)

Linee Indirizzo Nazionali Affidamento Familiare racc.114.2, az.1 e racc.333.1, az.3 (scarica)

Legge 184/83 (scarica)

DOCUMENTI REGIONALI e COMUNALI

Regione Campania: Linee di Indirizzo Regionali pag. 6 (scarica)

Regione Liguria: Linee di Indirizzo Regionali per l'affidamento familiare (scarica)

Regione Lazio: Regolamento affidamento familiare Art. 9 (scarica)

Regione Lazio: Allegato D.R.G. 501/2009 pagg. 9, 10 (scarica)

Regione Sicilia: Regolamento affidamento familiare (scarica)

Regione Sicilia: Decreto assessoriale 2562/2015 (scarica)

Comune di Torino: Deliberazione Giunta Comunale 2004 (scarica)

Comune di Roma: Deliberazione Giunta Comunale n. 378/2009 (scarica)

Comune di Roma: Regolamento affidamento familiare (scarica)

4) Affidamento "ponte" dei bambini piccolissimi

Istituzione di un fondo regionale che rimborsi i Comuni per il costo dei contributi per l'affidamento familiare dei bambini di età inferiore o pari a tre anni. Inserimento del tema dello sviluppo dell'affidamento dei bambini piccolissimi tra le finalità del Tavolo Regionale di cui al punto 5.

DOCUMENTI NAZIONALI

Progetto NEAR Comune di Genova (scarica)

Progetto Neonati Comune di Torino (scarica)

Riflessioni sull'affidamento familiare dei bambini piccolissimi, Coordinamento Nazionale Servizi Affido CNSA (scarica)

Il legame madre bambino di Fabrizia Soave (scarica)

L'Affido eterofamiliare di bambini piccolissimi, Linee Guida Regione Veneto Parte III cap.1 (scarica)

Linee Indirizzo Nazionali Affidamento Familiare (scarica)

Seminario "Laffidamento familiare di bambini piccolissimi" (scarica)

DOCUMENTI REGIONALI e COMUNALI

Regione Liguria: Linee di Indirizzo Regionali per l'affidamento familiare (scarica)

Comune di Torino: Deliberazione Giunta Comunale 2004 (scarica)

5) Tavoli regionali sull'affido familiare

Istituzione da parte delle singole Regioni di un Tavolo regionale sull'affido familiare, con il coinvolgimento anche dei servizi affidi territoriali, delle autorità giudiziarie minorili e delle associazioni di affidatari, finalizzato all’applicazione sul territorio delle Linee di indirizzo nazionali per l’affidamento familiare.

DOCUMENTI NAZIONALI

Linee Indirizzo Nazionale Affidamento Familiare racc. 310.1, az.1, az.2 (scarica)

DOCUMENTI REGLIONALI e COMUNALI

Regione Campania: Linee di Indirizzo Regionali pagg. 3 e 4 (scarica)

Regione Liguria: DGR 1273-2013 (scarica)

Regione Sicilia: Decreto assessoriale 2175_2014 (scarica)

Regione Lazio: Delibera G02260 del 24 febbraio 2017 (scarica)

 

 

SOTTOSCRIVI

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MOTIVI E PRESUPPOSTI DELLA CAMPAGNA

1.LA TUTELA DEI DI MINORI CON DIFFICOLTA' DI TIPO FAMILIARE

 

A) QUADRO GIURIDICO INTERNAZIONALE. Il quadro internazionale sul fenomeno dell'abbandono e del maltrattamento dei minorenni da parte dei loro familiari e il conseguente inserimento presso luoghi di assistenza rappresenta un fenomeno in crescita e fortemente ...... (leggi tutto)

Convenzione UNICEF (scarica)   

B) QUADRO GIURIDICO NAZIONALE. Nel corso del novecento, molto lentamente e con pratiche principalmente legate all'istituzionalizzazione di orfani e bambini abbandonati, si è sviluppato il processo che ha portato  all'introduzione in Italia della legge del 4 Maggio del 1983 (n. 184) recante ..... (leggi tutto)

Legge 184/83 (scarica)

Linee di indirizzo per l'affidamento familiare (scarica) 

Sussidiario per gli operatori e le famiglie (scarica) 

C) ASPETTI PSICOPEDAGOGICI. L'importanza per i minori di vivere in contesti familiare, qualora la famiglia d'origine non riesca ad assicurare il benessere nell'arco della crescita, emerge da numerosi ed autorevoli elementi di natura psico-pedagogica. Utile richiamare in particolare la“Teoria dell'attaccamento” di John Bowlby .... (leggi tutto)

John Bowlby e la teoria dell'attaccamento (scarica)

2. DATI SUI MINORI FUORI FAMIGLIA

Dai dati diffusi dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali emerge che, al 31.12.2012, sono 6.750 i minori affidati a parenti, 7.444 quelli affidati a terzi e 14.255 quelli inseriti nei servizi residenziali (senza distinguere  tra le diverse tipologie .... (leggi tutto)

Quaderni di ricerca sociale, ricerca ministeriale (scarica)

Atti del Convegno Bari 2014 (scarica)

 

3. LA CAMPAGNA PER IL DIRITTO ALLA FAMIGLIA AL CENTRO-SUD

A) IL DOVERE DI GARANTIRE LA CRESCITA IN UNA FAMIGLIA. Da più di trent’anni la legislazione italiana sancisce il diritto dei bambini e dei ragazzi ad avere una famiglia. Diritto corrispondente innanzitutto al dovere del servizio pubblico di sostenere le famiglie in crisi, evitando il sorgere o l’incancrenirsi di situazioni di grave disagio per i figli. Quando poi, nonostante gli aiuti, il contesto familiare risultasse gravemente inadeguato, il servizio pubblico ha il dovere di intervenire per assicurare a bambini e ragazzi la possibilità di crescere in un altro contesto familiare. Le alternative in questo caso sono tre: due di carattere temporaneo, a cui ricorrere quando la difficoltà familiare può essere superata o si presenta non del tutto compromessa: l’affidamento ad una famiglia e, ove questo non fosse possibile, l’inserimento in una comunità di tipo familiare. La terza opzione, di natura definitiva, mirante a dare a bambini e ragazzi una nuova famiglia: l’adozione.

B) UN BILANCIO A TINTE SCURE, SOPRATUTTO AL CENTRO-SUD. Ciò premesso, occorre rilevare che questo sistema di tutela del diritto a crescere in famiglia mostra numerose, e a volte gravi, falle. Difficoltà e carenze evidenziate sia dagli ultimi dati governativi sui quasi trentamila bambini e ragazzi in affidamento e in comunità, che dall’esperienze sul campo di tanti operatori e associazioni che quotidianamente “fronteggiano” migliaia di situazioni familiari in crisi in cui i bambini e i ragazzi crescono sperimentando carenze, solitudine e disorientamento. I dati diffusi dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali relativi ai bambini e ragazzi che vivono fuori dalla propria famiglia, mettono in evidenza una situazione di grave ritardo che le Regioni del Centro-Sud Italia hanno nel campo della tutela del diritto dei bambini e ragazzi alla famiglia: - frammentarietà di molti interventi di accoglienza; - elevata incidenza degli allontanamenti coatti disposti dai Tribunali per i Minorenni, rispetto a quelli attivati dai Servizi Sociali in accordo con le famiglie di bambini e ragazzi; - forte incidenza dei provvedimenti d’urgenza, che evidenzia la difficoltà di monitoraggio e di prevenzione del disagio familiare e minorile; -importante percentuale di affidamenti residenziali di lunga durata,dovuti al ridotto lavoro di recupero della famiglia di origine e alla conseguente impossibilità di rientro per i minori.

C) IL RUOLO DELLE REGIONI. Nell’arco degli oltre trent’anni di attuazione della legislazione nazionale in materia di affidamento si è evidenziato quanto la capacità di garantire la tutela del diritto dei minori a crescere in una famiglia dipenda molto dalle scelte dei decisori locali, in particolari dei comuni, singoli o associati. La facoltà di orientare tali scelte verso l’attivazione di interventi e servizi stabili, adeguati e continuativi, è - per via del mutamento del quadro normativo generale - sempre più demandata alle Regioni. Già la legge 184/83 assegnava alle Regioni una serie di precise competenze in materia di promozione e  regolamentazione dell’affidamento familiare. Nell’ultimo ventennio varie norme hanno accentuato il ruolo delle Regioni nel campo sociale, fino ad arrivare alla ridistribuzione di competenze operata dalla riforma del titolo V della Costituzione che ha definitivamente assegnato alla Regioni una specifica potestà legislativa in materia sociale e quindi anche nel campo dell’affidamento familiare. Ciò premesso occorre rilevare, come evidenziato da varie fonti, che lo sviluppo dell’affidamento familiare in Italia è caratterizzato da una forte disomogeneità territoriale. Talvolta, spostandosi di pochi chilometri, si passa da zone di eccellenza a territori completamente scoperti. Queste differenze si colgono anche nel confronto tra le Regioni, alcune delle quali sono caratterizzate da carenze tali da poter essere definite “Regioni fuori famiglia”. Si tratta di Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Puglia, Sicilia, Abruzzo, Molise e cioè,praticamente, tutto il Sud Italia e parte del Centro. Ad esempio Campania, Basilicata, Sicilia Abruzzo e Molise mostrano un pessimo rapporto tra il numero dei minori inseriti nei servizi residenziali e quello dei minori in affido eterofamiliare, di oltre il 60% superiore alla media nazionale. Anche la Puglia e il Lazio appaiono in seria difficoltà. Un altre elemento preoccupante è la forte incidenza di provvedimenti adottati d’urgenza, segno della difficoltà del sistema di welfare ad intervenire con progetti preventivi e promozionali, più che di mera protezione. Campania, Basilicata e Calabria mostrano una quota di interventi d’urgenza maggiore del 60% alla media nazionale; poco meglio la Puglia, con il 30% in più.

D) LA PETIZIONE ALLE REGIONI “FUORI FAMIGLIA”. Nel 2013 circa quaranta enti e associazioni di vari luoghi d'Italia, riuniti in Comitato, hanno deciso di avviare una campagna di raccolta firme, denominata "Una firma per donare futuro", per chiedere alle Amministrazioni Regionali, ed in particolare a quelle del Centro-Sud (Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Puglia, Sicilia, Abruzzo e Molise), un rinnovato impegno nella costruzione di un valido sistema di servizi di sostegno alle famiglie e di protezione dell’infanzia. Un sistema che, guidato dal pubblico e realizzato in integrazione con il privato sociale e il volontariato, ribadisca la centralità del diritto di bambini e ragazzi a crescere in famiglia e assicuri la presenza di adeguati servizi, interventi e progetti.La petizione, lanciata nel corso del 2013, ha raccolto quasi 5.000 firme, consegnate in due tranche alla Conferenza permanente delle Regioni e delle Province Autonome.

E) CINQUE PROPOSTE "IMMEDIATAMENTE CANTIERABILI" DALLE REGIONI DEL CENTRO-SUD. La Petizione ha suscitato l'attenzione di parte dei decisori regionali, del mondo dell'associazionismo e dei servizi. Nel corso del 2015 alcune associazioni e reti nazionali (Progetto Famiglia, ANFAA, CNCA, CNCM, CISMAI, Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII, Ass. Famiglie per l'Accoglienza) hanno individuato le cinque proposte urgenti e "immediatamente cantierabili" cioè ritenute attivabili in tempi brevi e con sforzi istituzionali, organizzativi ed economici sostenibili.

F) ATTIVAZIONE DELLE SEGRETERIE ORGANIZZATIVE.Terminata nell'estate 2015 la consultazione generale, e confermate le cinque misure, si è passati nella seconda metà del 2015 all'attivazione di percorsi di confronto regionale. Il primo step è stato quello di attivare in ciascuna regione apposite "segreterie organizzative", composte sia dalle sezioni/sedi locali delle associazioni/reti nazionali promotrici che dalle realtà territoriali disponibili a contribuire alla campagna.

G) SEMINARI REGIONALI DI CONFRONTO. Nel corso del 2016 hanno avuto luogo in ciascuna regione uno o più eventi in cui si è chiesto all'Amministrazione Regionale di comunicare pubblicamente cosa già c'è e stanno facendo in merito alle cinque misure proposte e - sopratutto - di impegnarsi a dare attuazione a quanto ancora non ci fosse.

H) SEGRETERIA DEL PERCORSO. Vai alla pagina "contatti" del sito (clicca qui)

 

4) PREVENZIONE DEI DISAGI PER IL MINORE E SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA'

Ad ogni modo nel 1989 la convenzione ONU sui diritti dell'infanzia, all'articolo 9, ha solennemente stabilito che «tutti i bambini hanno il diritto di vivere insieme ai loro genitori [e che] nessuno li può allontanare o separare a meno che le autorità competenti ..... (leggi tutto)

Studio del CISMAI "tagliare sui bambini" è davvero un risparmio? (scarica)

Documenti Tavolo Nazionale Affido (scarica) 

 

 

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PER LA TUTELA DEL DIRITTO DEI BAMBINI AD AVERE UNA FAMIGLIA

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