EnglishFrenchGermanItalianPortugueseRussianSpanish


03/02/09

Morirà di fame in un ospedale.


Don Silvio Longobardi, fondatore dell’Associazione commenta con parole chiare il triste epilogo della vicenda di Eluana Englaro: “È iniziato nella notte l’ultimo viaggio di Eluana, da Lecco raggiungerà la clinica “La Quiete” a Udine dove “verrà lasciata morire”. Così il TGR delle 7.00. Parole scelte con accuratezza per non offendere nessuno, in realtà queste parole offendono la verità.  La realtà, lo sappiamo, è molto più drammatica: il processo vitale di Eluana verrà interrotto, non riceverà più la nutrizione che oggi la tiene in vita. E dunque morirà. Ma questo non accadrà per via naturale ma per mano di uomini, proprio quelli che le hanno dato la vita o che hanno promesso con solenne giuramento di custodire la vita. Triste epilogo di una vicenda che da tanti mesi è oggetto di un dibattito serrato che tocca la dimensione etica e giuridica, che investe la coscienza civile di ciascuno e impegna la politica”.  Anna Pisacane, presidente dell’Associazione Progetto Famiglia aggiunge: “Quello che sta accadendo in Italia è un vero caso di eutanasia: uccidere o lasciar morire hanno la stessa valenza morale. Unica è l’intenzione, unico è il risultato. Non so con quale animo noi italiani vivremo questi giorni di vera agonia per questa donna il cui pensiero non potremo mai conoscere, né quello prima dell’incidente né quello di questi giorni. Sta di fatto che quando un popolo, in questo caso italiano, arriva a commettere tali barbarie necessita di una regolamentazione, una legge che limiti il danno e che possa evitare atti di tale disumanità”.