I bambini saranno i veri protagonisti del progetto “Tutto il mondo in una famiglia” che l’Associazione Progetto Famiglia onlus ha avviato a favore delle famiglie disagiate del nostro territorio. L’iniziativa, che si avvale del partenariato di “Sodalis” Centro Servizi al Volontariato di Salerno e della Caritas Diocesana di Nocera Inferiore- Sarno, ha come primo obiettivo la tutela del diritto dei minori alla famiglia. Le attività di promozione che si concluderanno a giugno, sono state già avviate in alcune scuole e parrocchie della città di Salerno, dell’Agro nocerino-sarnese e della Valle del Sele. L’Associazione cercherà di far leva sulle potenzialità dei bambini e delle loro famiglie quali promotori di reti di prossimità. È Marco Giordano, responsabile dell’area affido dell’Associazione, a spiegarci l’importanza di quest’esperienza: «Le famiglie possono diventare un’insostituibile risorsa per altri nuclei familiari che sono nel bisogno: l’accoglienza diurna, l’affido familiare, la vicinanza, sono le forme ordinarie di una solidarietà che trova nelle reti di prossimità familiare la propria forza».
I bambini e i loro genitori saranno dunque interpellati, attraverso le attività di sensibilizzazione, su un tema che non può lasciare indifferenti. «Molte volte siamo a conoscenza di situazioni di disagio familiare ma non sappiamo cosa fare – afferma Giordano -, il progetto mira a tracciare dei percorsi di solidarietà praticabili nel nostro quotidiano. Anche i bambini, nel loro piccolo devono sentire il bisogno d’essere accanto agli amici meno fortunati».
L’Associazione Progetto Famiglia onlus, sempre nell’ambito di queste attività, intende educare alla cultura della mondialità in un momento in cui si avverte il dilagare di una preoccupante xenofobia : «Gli stranieri - precisa Giordano - e mi riferisco in particolare alle famiglie immigrate in Italia, non devono essere trattate con diffidenza. Abbiamo la concreta possibilità di estendere l’esperienza delle reti di prossimità familiare anche ai minori ed alle famiglie immigrate. Questo sarebbe un esempio positivo di globalizzazione e di integrazione fra popoli».