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05/03/09

Disagio minorile, arrivano i volontari.


Torre Annunziata. Parte nella città oplontina un corso di formazione per preparare i volontari a sostenere situazioni di disagio minorile. Il progetto denominato “Famiglie aperte” è promosso dall’associazione progetto famiglia onlus, da anni impegnata al servizio della famiglia e dei minori in difficoltà. Nella parrocchia della “Immacolata Concezione” di Torre Annunziata, meglio conosciuta come “parrocchiella”, si terrà un corso di formazione per volontari che lavorano a contatto con i bambini in situazioni di disagio. Nello specifico le attività sono indirizzate a volontari che sappiano affrontare problemi come il bullismo, la dispersione scolastica, l’integrazione culturale e il maltrattamento minorile. Il corso che i inserisce nel’ambito del bando di idee 2008 del centro servizi per il volontario di Napoli, comincerà questo mese e terminerà a giugno. E’ Marco Giordano, responsabile dell’ambito affido dell’associazione, a ribadire l’importanza di quest’iniziativa: “I servizi sociali – dice Giordano- non possono fronteggiare da soli i problemi legati al disagio minorile. C’è bisogno di una profonda sinergia fra volontari e operatori pubblici, per fare questo è essenziale un’opportuna formazione. Da qui nasce l’esigenza di questi corsi”. I corsi che si tengono anche sul territorio di Castellammare nella parrocchia si Maria SS. Di Carmine affronteranno temi riguardanti la normativa e la rete dei servizi pubblici a sostegno dei minori. Verrà inoltre offerta una panoramica sul mondo del volontario campano e nazionale. “Con l’inizio di questo corso - dice don Pasquale Paduano parroco  della “Immacolata  Concezione” – intendiamo sensibilizzare non solo le famiglie, ma anche le singole persone ad avere una attenzione particolare verso i minori a rischio. E’ la prima volta – continua il sacerdote- che in un territorio difficile come quello di Torre Annunziata, viene realizzata una iniziativa del genere. Un aiuto a questi ragazzi che hanno dovuto per un motivo o per un altro abbandonare la propria famiglia. L’obiettivo inoltre è quello di formare i volontari che possano fornire assistenza anche alle famiglie affidatarie. Insomma una nuova forma di volontariato per investire su questi ragazzi che vengono da ambienti difficili e hanno bisogno d’amore”.

(IL MATTINO)

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