2. AFFIDO PART-TIME E SOLIDARIETÀ INTER-FAMILIARE: CHI?

La crisi relazionale post-moderna e la dimensione comunitaria del lavoro sociale e del volontariato; la promozione della solidarietà familiare, il radicamento territoriale e la condivisione dei bisogni; il lavoro di rete formale e informale: visione olistica e approccio ecologico; i tessitori naturali delle reti; la supervisione “esperta” delle reti.

ESPERTI COINVOLTI: Alfonso Pepe, Associazione Progetto Famiglia Avellino; Luigi e Anna Piccoli, Ass. Il Noce di Casarsa della Delizia (PN); Elisabetta Giuliani, Servizio Affidi della Provincia di Roma; Giorgio Marcello, Dipartimento di Sociologia dell’Università di Cosenza; Giancarlo Cursi, Pontificio Ateneo Salesiano di Roma; Nicoletta Goso, Movimento Famiglie affidatarie e solidali, Roma; Antonella Pontillo, Associazione Progetto Famiglia Benevento; ...

.

2. AFFIDO PART-TIME E SOLIDARIETÀ INTER-FAMILIARE: CHI?

Messaggioda Progetto Famiglia, coordinamento del FORUM AFFIDO online » 08/03/2013, 22:05

Quanti sono i minori che, pur non avendo bisogno di un allontanamento dal proprio nucleo familiare, necessitano di interventi di sostegno educativo e affettivo-relazionale? Non abbiamo un’informazione specifica ma pensiamo di poter dire che si trattai di diverse decine di migliaia di ragazzi. Alcuni indicatori vanno a conferma di questa affermazione. Innanzitutto le informazioni che ci vengono fornite dal Terzo Rapporto sulla Coesione Sociale, realizzato da INPS, ISTAT e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, riportante i dati degli interventi dei servizi sociali realizzati nel 2011. Ebbene da tali dati emerge che nell’area “famiglia e minori” i destinatari di attività di servizio sociale professionale sono stati circa 636.000. Se consideriamo che mediamente le famiglie italiane sono composte dall’83% di adulti e dal 17% di minorenni, possiamo ipotizzare che almeno 108.000 vivano in famiglie “seguite” dai servizi sociali professionali. Altri elementi scaturiscono dagli indicatori sulla distribuzione della ricchezza secondo i quali in Italia al 2011 il 5,2% delle famiglie (ed in particolare il 6,8% dei minori, cioè 720.000 bambini e ragazzi) viveva in condizioni di povertà assoluta, cioè nell’impossibilità di acquisire i beni e i servizi, necessari a raggiungere uno standard di vita minimo accettabile. Pur evitando ogni automatico collegamento tra le “difficoltà economiche” e le “difficoltà educative e affettivo-relazionali”, certo va considerato che spesso i due fattori coesistono. La domanda su “quanti” di questi 700mila minori abbisognino di interventi di sostegno (non solo economici) è almeno legittima. Allargando il discorso potremmo chiederci quante sono le famiglie d’origine che abbisognano di reti amicali e di vicinanza con altre famiglie per potersi gradualmente affrancare da condizioni di esclusione sociale? Qui anche in mancanza di dati statistici possiamo certamente rispondere: centinaia di migliaia! Il rischio, assai forte, è che, oggi più ieri, la risposta della solidarietà familiare sia un fenomeno di nicchia, che riesce a coprire una quota minoritaria e decrescente del fabbisogno esistente. Conferma questo timore l’allarme lanciato dall’Osservatorio Nazionale sulla Famiglia in occasione della Conferenza Nazionale sulla Famiglia del novembre 2010 circa la crisi delle reti informali di sostegno inter-familiare (1): dal 1983 al 2003 il numero delle famiglie aiutate da persone non conviventi si è ridotto di un quarto, passando dal 23% al 17%. Mancano una lettura aggiornata ad oggi ma certo non ci si attende un miglioramento.

(1) Famiglia in Cifre, Dipartimento per le politiche della Famiglia / Istat, pag. 47. Dossier presentato alla Conferenza Nazionale sulla Famiglia, Roma, 8-10 novembre 2010.

SPUNTI PER IL CONFRONTO
In che modo la società civile, il terzo settore, i servizi pubblici (istruzione, sanità, servizi sociali, …) potrebbero rilevare i bisogni di bambini e famiglie per i quali potrebbe risultare efficace un intervento di affido part-time? Con quali indicatori?
Progetto Famiglia, coordinamento del FORUM AFFIDO online
 
Messaggi: 29
Iscritto il: 05/03/2013, 20:13

Re: 2. AFFIDO PART-TIME E SOLIDARIETÀ INTER-FAMILIARE: CHI?

Messaggioda Paolo Pellini » 09/05/2013, 15:43

Certo di poter contare sulla sensibilità e generosità di molti, ritengo che un passo fondamentale verso la tutela dei minori sia da farsi con la sensibilizzazione delle famiglie rispetto a ciò che può essere considerato un vero disagio per un bambino e non solo una questione interna alla vita della famiglia di appartenenza. Proteggere un bambino vuol dire mettersi in gioco e non nascondersi dietro falsi problemi di riservatezza e collaborare con tutto il sistema di servizi incaricati all’intervento diretto. Una corretta informazione anche su come segnalare una situazione di sospetto rischio al fianco di una capillare informazione su come una famiglia possa mettersi a disposizione per un affido, sono assolutamente indispensabili.
Il concetto di affido, inteso come prevenzione dell’allontanamento definitivo del bambino dalla sua famiglia, purtroppo è passato in secondo piano rispetto all’affido come accoglienza full time.
La difficoltà credo sia innescare un circolo virtuoso: interventi precoci, affidi part time, più famiglie affidatarie.
Non deve poi un mancare un dialogo, rispettoso delle singole responsabilità, tra terzo settore e servizi pubblici. Molte realtà associative familiari, le parrocchie, le associazioni sportive (oltre alle scuole, ai medici di base, ...), se coinvolte in una vera rete di monitoraggio del benessere dei minori e delle famiglie, potrebbero essere delle vere vedette.
Paolo Pellini
 
Messaggi: 1
Iscritto il: 09/05/2013, 14:38


Torna a Laboratorio 3 (NON ATTIVO) - Affido, cultura dell’accoglienza, empowerment comunitario, lavoro di rete [dal 10.3.2013 al 10.5.2013]

cron