SISTEMA DI ACCOGLIENZA E SOSTEGNO DELLE GESTANTI

SISTEMA DI ACCOGLIENZA E SOSTEGNO DELLE GESTANTI

Messaggioda Gian Luigi Gigli » 19/05/2016, 5:29

Sappiamo quanti sono gli aborti in Italia e ci si vanta che siano diminuiti fino a dimezzarsi, anche se non sappiamo quanto ciò sia vero: forse ci sono meno aborti solo perché non sono diminuite le donne in età fertile e perché si è ormai diffuso l’aborto precoce della cosiddetta ‘contraccezione d’emergenza’.
Non sappiamo però quali siano le cause che portano all’IVG. In particolare, non sappiamo quanti sono gli aborti da cause socio-economiche?
La decisione di interrompere la gravidanza avviene spesso in un contesto di solitudine, in cui si agitano fantasmi e inquietudini e in cui è facile una sensazione di disperazione.

In queste condizioni, chi trova oggi sul suo percorso la gestante in difficoltà che voglia o possa accompagnarla e sostenerla?

Poco e nulla trova nei consultori, in cui i medici obiettori costituiscono ormai solo il 20% del personale. In caso di sospetto malformativo, sia nel consultorio che presso il medico di famiglia trova anche l’ostacolo di una medicina difensiva, paurosa di rivendicazioni da parte.
Sempre più di frequente si trova in solitudine anche al momento dell’intervento: la crescita dell’aborto chimico, non importa se nelle strutture sanitarie o nell’illegalità a domicilio, vede sempre la donna sola di fronte alla soppressione del figlio che porta in grembo. Soprattutto la gestante in difficoltà trova attorno a se la pressione della cultura dei desideri che la spinge a considerare di accogliere il figlio solo quando ricercato, se non crea problemi e solo se sano e bello.
Il Movimento per la Vita Italiano opera come ospedale da campo per prevenire ed eventualmente rimarginare le ferite dell’aborto, Lo fa intercettando il bisogno ed offrendo un ascolto sia telefonico che in rete, attraverso un servizio – quello di SOS Vita – aperto 365 giorni all’anno, h24. Lo fa attraverso la sua rete di CAV e di case di accoglienza. Lo fa attraverso l’adozione a distanza del progetto Gemma.
L’esperienza dimostra che a fare la differenza, più che i mezzi, sono l’ascolto e la presenza.
Talora basta solo una parola.
Occorre però in parallelo una riforma dei consultori.
Occorre anche costituire una grande rete in grado di premere a favore della realizzazione di politiche familiari, sapendo cogliere l’opportunità della consapevolezza ormai matura della crisi demografica incombente e dei rischi sociali della denatalità. L’aborto, oltre che dramma personale è ormai fattore di danno sociale e dovrebbe essere preoccupazione condivisa quella per cui nessun bambino venga sprecato e perché nessuna donna possa dire di aver abortito perché condizionata nella sua decisione dal bisogno o dalla solitudine.
Occorre, in sintesi, assicurare a ogni donna la libertà di essere madre.


On. Prof. Gian Luigi Gigli
Presidente del Movimento per la Vita Italiano
Gian Luigi Gigli
 
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