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Anagrafe funzionale delle comunità per minorenni

MessaggioInviato: 19/05/2015, 16:40
da admin_affido
ANAGRAFE FUNZIONALE DELLE COMUNITA' PER MINORENNI
(proposta presentata al Convegno del 15 maggio 2015 - Pompei)


3.1. INTRODUZIONE

Ogni abbinamento minore/comunità va realizzato avendo forte attenzione all'adeguatezza delle caratteristiche generali e specifiche della comunità con i bisogni di cui il minore è portatore.
Sarebbe assai utile se i servizi sociali territoriali potessero disporre non tanto di un semplice elenco delle comunità, bensì di un'anagrafe "multidimensionale", cioè di una banca dati corredata di informazioni dettagliate e aggiornate, sulla tipologia della struttura e del servizio svolto, sulle competenze, le caratteristiche e gli assetti specifici.
Molto interessante a tale riguardo l'esperienza del "Centro di orientamento all'accoglienza minori" della Provincia di Roma che per alcuni anni ha funto da punto di raccordo tra le comunità residenziali e i servizi sociali che, tramite il Centro, hanno ricevuto informazioni approfondite inerenti le strutture.

Si propone l'istituzione a livello regionale di una banca dati multidimensionale delle comunità (raccordata con il registro regionale delle comunità autorizzate/accreditate), dotata di schede descrittive dettagliate che offrano tutte le informazioni utili ad un corretto abbinamento.
Nelle more dell'attivazione dell'amministrazione regionale, SI PROPONE LA ROGETTAZIONE E L'ATTIVAZIONE "DAL BASSO" DI UNA BANCA DATI MULTIDIMENSIONALE PROVVISORIA, REALIZZATA ATTRAVERSO LA SINERGIA TRA SERVIZI TERRITORIALI E COMUNITÀ INTERESSATE.

In tale direzione quanto affermato dal recente documento della Consulta delle Associazioni dell'Autorità Garante: «è utile avviare una riflessione per arrivare a definire il profilo funzionale delle comunità e la natura dell’area di competenza delle relazioni affettivo-educative offerte dalle diverse comunità (...) Per far questo dovremmo fare lo sforzo di “elencare e definire” le varie funzioni svolte dalle comunità, superando le inevitabili idiosincrasie linguistiche, per addivenire a descrizioni condivise e quindi generalmente proponibili. Il profilo delle comunità sarebbe così determinato dalla tipologia delle funzioni svolte, dall’intensità/preminenza di talune rispetto a tal altre».

3.2. IPOTESI DI "ELENCAZIONE/DEFINIZIONE" DELLE FUNZIONI DELLE COMUNITÀ

Per camminare in tale direzione si propone, nel presente workshop, di approfondire il confronto sui quali sono le funzioni svolte dalle comunità.
A tal fine si chiede di evidenziare ogni utile precisazione, integrazione, obiezione, modifica da apportare a quanto di seguito elencato:

o "Funzione generale": la funzione generale svolta dalle comunità, qualunque tipologia e organizzazione abbiano, non è una sommatoria di funzioni, ma una “meta funzione” complessiva: "Cura e accoglienza". Accoglienza residenziale di un bambino o un adolescente di cui ci si prende cura, interessandosi con sollecita premura, attraverso un impegno del proprio animo e della propria attività, al fine di promuoverne il benessere e la crescita. Questo interessamento solerte e premuroso crea un clima rassicurante e ristrutturante che accompagna la crescita complessiva del bambino o del ragazzo ottenendo un effetto “curativo-terapeutico” nel quotidiano.

o Funzioni di Base, cioè funzioni che devono essere sempre svolte dalle comunità, indipendentemente dal tipo di accoglienza. Ovviamente potrà variare l'intensità e la modalità dell'erogazione:
1. Intimità/appartenenza: vicinanza emotiva, possibilità di condividere vissuti ed esperienze con persone a cui ci si può sentire “legati”, dimensione relazionale che permette di sperimentare di essere “visti” e “riconosciuti” nei propri bisogni, per quello che si è e di poter sperimentare di essere importante per l’altro, “ri-nascendo” nella relazione con l’altro. Nutrimento psico-affettivo.
2. Educazione/formazione: intervento ampio e articolato, mirante ad estrapolare e potenziare qualità già insite nella persona e competenze ancora inespresse sia sul piano personale che sociale e relazionale. La comunità accompagna l’accolto nel processo di autoconoscenza e di risignificazione dei vissuti, contribuendo ad una strutturazione integrata della propria personalità, contribuendo alla formazione personale e alla promozione di competenze nell’ambito dell’attivazione di strategie di fronteggiamento di bisogni sempre emergenti e/o ulteriori eventi critici nel ciclo di vita. Offerta di stimoli, supporti e opportunità, formali e informali, miranti a potenziare il bagaglio delle conoscenze, delle competenze e delle abilità dei bambini/ragazzi accolti.
3. Riparazione: trattamento di disturbi traumatici dello sviluppo tramite l'offerta di relazioni correttive (contenimento affettivo, risposte sane e consapevoli a comportamenti disfunzionali, comportamenti chiari, coerenti e prevedibili,…) e di supporti terapeutici (sanitari, psicologici e psicoterapici) finalizzati al superamento della condizione patologica.
4. Osservazione: percorso di analisi del minore e del contesto familiare, con attenzione al sistema di relazioni, bisogni e risorse, eventualmente associata ad attività psicodiagnostica.
5. Accudimento materiale: risposta ai bisogni ordinari di alimentazione, igiene, abbigliamento, assistenza medica, istruzione, ...
6. Prevenzione di nuovi danni: Protezione, tutela, salvaguardia del minore dal verificarsi di nuove esperienze sfavorevoli.

o Funzioni specifiche, da attivare a fronte di specifiche esigenze dei minorenni accolti:
7. Emergenza: pronta accoglienza residenziale con l'offerta di alloggio, vitto, relazioni, ... a fronte del bisogno imprevisto e urgente di allontanare il minore dal suo contesto familiare.
8. Accompagnamento al reinserimento nel proprio ambiente familiare: lavoro con la famiglie e l'ambiente di vita del bambino, facilitazione di una positiva relazione tra il bambino e il suo contesto di origine, sostegno al superamento della situazione di inidoneità del contesto familiare.
9. Accompagnamento all'autonomia: sostegno al completamento del percorso di studi, all'inserimento lavorativo, all'autonomia abitativa, all'autogestione del menage quotidiano (gestione economica, igiene, spesa, pasti, bollette, ...).
10. Controllo: attività di vigilanza e di eventuale contenimento del comportamento di minori di area penale finalizzata alla prevenzione di ulteriori reati ed al rispetto delle eventuali prescrizioni giudiziali.
11. Mediazione culturale: facilitazione della comprensione, del rispetto e dell'espressione delle specificità culturali, linguistiche, religiose.


3.3. IPOTESI DI "INDICATORI QUANTITATIVI/QUALITATIVI" DELLE FUNZIONI SVOLTE DALLE COMUNITÀ

Definite le funzioni occorrerà individuare gli "indicatori" che permettono di "valutarne" il grado di presenza/consistenza/qualità. A tal proposito si elencano alcune ipotesi su cui articolare il confronto:

INDICATORI delle "FUNZIONI DI BASE"

1) Intimità/Appartenenza
- Legame di convivenza;
- Entità delle turnazioni / n° di turni nella giornata-settimana (un'eccessiva turnazione sarebbe negativa)
- Meccanismi di contenimento del turn-over (licenziamenti/assunzioni) degli operatori (es.: presenza contratti di assunzione a tempo indeterminato)
- Caratteristiche della turnazione degli operatori (es.: è preferibile che ci sia un operatore in particolare a costruire un legame di maggiore intimità, ad esempio facendo più notti rispetto agli altri?)
- Organizzazione della casa e condivisione degli spazi di vita (ad esempio la medesima zona notte ospita operatori e accolti?)
- Numero ridotto di accoglienze contemporanee (al di sotto del numero massimo previsto dalla regolamentazione regionale).
- Individuazione dell’operatore di riferimento per ciascun accolto (scelto dal bambino/ragazzo dopo un certo tempo dall’inserimento)

2) Educazione formazione
- laboratori occupazionali (es.: ceramica, decoupage, cucina, cake desiner, ...) [interni tenuti dagli operatori della comunità, interni tenuti da esperti, esterni]
- laboratori emotivo/espressivi [interni tenuti dagli operatori della comunità, interni tenuti da esperti, esterni]
- collaborazioni formali con associazioni sportive, artistiche, ludico-ricreative del territorio;
- protocolli d’intesa con la scuola frequentata dai ragazzi, per la progettazione educativo-formativa integrata;
- livello culturale degli operatori, ulteriore a quello previsto dalla normativa;
- presenza (e frequenza) di supervisione psico-pedagogica sul processo di intervento, effettuata da soggetti con comprovata competenza ed esperienza , esterni alla equipe della comunità.

3) Riparazione
- presenza (e frequenza) di supervisione psico-emotiva degli operatori effettuata da soggetti con competenza e esperienza , esterni alla equipe della comunità.
- Presenza nell’organico di uno psicologo che svolga funzione di sostegno psicologico per gli accolti e monitoraggio- facilitazione dei processi;
- Collaborazioni formali con Enti specializzati, per la diagnosi e il trattamento dei disturbi post-traumatici.

4) Osservazione
- Utilizzo di strumenti e procedure definite per l'attività di osservazione: rilevazione, registrazione, comunicazione, valutazione delle informazioni (es.: agenda lavoro, diario di bordo, ...)

5) Prevenzione di nuovi danni
- presenza di spazio neutro per gli incontri protetti con la presenza di operatori specializzati;

6) Offerta di un contesto di normalità
- assenza di insegne-targhe
- "casa tra le case" (non "riconoscibilità/particolarità" dell'edificio)
- inserimento nel contesto urbano e accesso agevole alla rete dei servizi (scuole, realtà aggregative, altre famiglie, ecc …) tale da garantire agli accolti la piena partecipazione alla vita sociale del territorio;
- percorsi di inserimento dei minorenni accolti in contesti ludico-ricreativi ed educativi esterni (con altri coetanei non accolti);
- assenza di altre comunità nello stesso stabile;
- presenza di un nucleo familiare residente (coppia che svolge funzioni genitoriali, magari con figli)

INDICATORI delle eventuali "FUNZIONI SPECIFICHE"

7) Emergenza
- presenza di un recapito telefonico reperibile 24 ore su 24 per richieste di accoglienza (e disponibilità ad accoglienze notturne);
- presenza di procedure esplicite per l’accoglienza d’urgenza.

8) Accompagnamento al reinserimento nel proprio ambiente familiare
- presenza di un centro per la famiglia gestito dallo stesso Ente;
- collaborazioni formali con centri per la famiglia esterni;
- procedure esplicite di coinvolgimento dei genitori (ad esempio incontri periodici di equipe per la progettazione educativa individualizzata; nell'attuazione del progetto educativo);
- percorsi espliciti di attivazione e valorizzazione di altre persone della famiglia d’origine del minorenne (es.: Familiy Group Conference)

9) Accompagnamento all’autonomia
- Convenzioni con aziende per inserimento lavorativo o stage formativi;
- laboratori di formazione professionale gestiti direttamente dall'Ente o in convenzione con soggetti terzi;
- presenza di operatori dell'Ente con formazione specifica sull’orientamento al lavoro;
- presenza di alloggi destinati all’avvio all’autonomia dei neo maggiorenni;
- attivazione di progetti di tutoraggio o affiancamento con famiglie solidali.

10) Controllo
- protocolli d’intesa con le forze dell’ordine territoriali

11) Mediazione culturale
- presenza di un mediatore culturale nell’equipe di lavoro;
- attivazione di laboratori linguistici per l’acquisizione o il potenziamento della lingua italiana;
- attivazione di progetti di informazione e orientamento mirati a facilitare l’ integrazione sociale;
- consulenza legale.

INDICATORI TRASVERSALI (che influenzano trasversalmente le diverse funzioni)
- know-how degli operatori (anni di presenza degli operatori nel servizio (o in servizi analoghi)
- appartenenza della Comunità ad un network (rete comunitaria, interna o esterna all'ente)
- programmi di formazione continua e per l’aggiornamento professionale degli operatori;
- procedure esplicite per la formazione e l’inserimento dei neo-assunti;
- lavoro in rete (collaborazioni formali, convenzioni, protocolli d’intesa con enti pubblici e/o enti del terzo settore)
- Profilo relazionale e motivazionale degli profilo (??? Una riflessione particolare va sviluppata in merito alla valutazione del profilo degli operatori. É possibile/opportuno pensare di "valutarlo"? Chi lo valuta? Come evitare derive soggettivistiche (interpretazioni troppo personali da parte dei valutatori)?

Re: Anagrafe funzionale delle comunità per minorenni

MessaggioInviato: 19/05/2015, 16:51
da admin_affido
CONFRONTO SULL’IPOTESI DI UN’ANAGRAFE FUNZIONALE DELLE COMUNITÀ. QUALI FUNZIONI E QUALI INDICATORI?
dal Report sui lavori svolti nel Workshop 1 del Convegno Nazionale di Studi sull'Accoglienza - 15 maggio 2015 a Pompei (sintesi a cura della dr.ssa Chiara Cristiani)



1) Un plauso è stato attribuito per il meticoloso lavoro svolto nell’individuare funzioni ed indicatori delle comunità.

2) Nuova funzione-base individuata: Lavoro con la famiglia/apertura della comunità alla famiglia.
Corresponsabilità e non frammentazione tra tutti gli attori coinvolti nell’intervento di protezione messo in atto per il minore. Gli operatori di comunità affermano che frequentemente manca il lavoro con le famiglie di origine dei ragazzi; in comunità il ragazzo lavora tanto e bene, mentre le famiglie sono abbandonate a se stessa. (Quali strumenti per lavorare con le famiglie d’origine? Non ci sono strumenti per la famiglia d’origine che permane in quella situazione di difficoltà e disagio)
Necessità di un LAVORO CONGIUNTO e non parallelo. Anche la comunità (su mandato istituzionale) può lavorare sulla famiglia d’origine attraverso ad es. momenti specifici di incontro.
La comunità accoglie il bambino e la sua famiglia, la sua storia.
L’accoglienza non può togliere (a livello mentale ed esistenziale) al bambino la sua famiglia.
Es. cercare nell’anagrafe una comunità che abbia spazi adeguati per la realizzazione degli incontro protetti, piuttosto che svolgerli in ufficio, dietro una scrivania.
INDICATORE: la comunità è inserita nel proprio territorio in collegamento con altre realtà?

3) FUNZIONE: comunità PONTE con la realtà esterna.
INDICATORE: quanto tempo i bambini permangono in comunità? Quale percorso di accompagnamento all’autonomia?

4) È emersa la possibilità di integrare la FUNZIONE per quanto riguarda i MISNA.
INDICATORI: quali servizi esterni? Quale lavoro di rete con le Agenzie di mediazione culturale? Regolarizzazione della posizione legale di questi bambini. Permesso di soggiorno. Rapidità delle pratiche.

5) FUNZIONE: supporto psicologico – riparazione del trauma (molti bambini arrivano in Italia traumatizzati perché hanno attraversato il deserto, il mare,…).
Disparità di trattamento in comunità tra i nostri bambini e quelli immigrati.

Re: Anagrafe funzionale delle comunità per minorenni

MessaggioInviato: 19/05/2015, 16:53
da admin_affido
NOTA del CONSULTORIO "G. TONIOLO" di NAPOLI (dr.ssa DANIELA D'ELIA)

“RiparAZIONE” una delle “funzioni di base” richieste alle Comunità: riflessioni e integrazioni
Nell’ambito della riflessione circa le “funzioni” (generali, di base e specifiche) che le Comunità sono chiamate a svolgere, il processo di Riparazione pare assumere un ruolo centrale, rientrando di fatto tra le auspicate “Funzioni di Base”. Si fa riferimento, in tal senso al “trattamento dei disturbi traumatici tramite l'offerta di relazioni correttive e di supporti terapeutici finalizzati al superamento della condizione patologica…”.
In quest’ottica risulta necessaria una definizione condivisa, non solo degli obiettivi - sia terapeutici che educativi - legati alla Riparazione, ma anche delle modalità cliniche e pedagogiche più efficaci per perseguirla, così come dei criteri per valutare se essa sia avvenuta e in che misura (Qual è l’immagine del bambino “riparato” che ci aspettiamo?).
Potrebbe, rivelarsi utile un modello di intervento, mirato alla riparazione dei danni ma ugualmente efficace per organizzare la valutazione degli stessi, ispirato al “modello ecologico”?
Ancora, dovremmo interrogarci, non solo se il “binomio vincente”, per così dire, possa esser rappresentato da psicoterapia più esperienza correttiva, ma soprattutto su che qualità debbano avere, nel dettaglio, l’una e l’altra.