2) "ANAGRAFE MULTIDIMENSIONALE" DELLE COMUNITÀ PER MINORI

2) "ANAGRAFE MULTIDIMENSIONALE" DELLE COMUNITÀ PER MINORI

Messaggioda MARCO GIORDANO » 24/04/2015, 7:54


Ogni abbinamento minore/comunità va realizzato avendo forte attenzione all'adeguatezza delle caratteristiche generali e specifiche della comunità con i bisogni di cui il minore è portatore.
Sarebbe assai utile se i servizi sociali territoriali potessero disporre non tanto di un semplice elenco delle comunità, bensì di un'anagrafe "multidimensionale", cioè di una banca dati corredata di informazioni dettagliate e aggiornate, sulla tipologia della struttura e del servizio svolto, sulle competenze, le caratteristiche e gli assetti specifici.
Molto interessante a tale riguardo l'esperienza del "Centro di orientamento all'accoglienza minori" della Provincia di Roma che per alcuni anni ha funto da punto di raccordo tra le comunità residenziali e i servizi sociali che, tramite il Centro, hanno ricevuto informazioni approfondite inerenti le strutture.

Si propone l'istituzione a livello regionale di una banca dati multidimensionale delle comunità (raccordata con il registro regionale delle comunità autorizzate/accreditate), dotata di schede descrittive dettagliate che offrano tutte le informazioni utili ad un corretto abbinamento.
Nelle more dell'attivazione dell'amministrazione regionale, SI PROPONE LA PROGETTAZIONE E L'ATTIVAZIONE "DAL BASSO" DI UNA BANCA DATI MULTIDIMENSIONALE PROVVISORIA, REALIZZATA ATTRAVERSO LA SINERGIA TRA SERVIZI TERRITORIALI E COMUNITÀ INTERESSATE.

Per camminare in tale direzione si propone, nel presente workshop, di approfondire il confronto sul seguente punto:

1) QUALI FUNZIONI SVOLTE DALLE COMUNITÀ?
Quali precisazioni, integrazioni, obiezioni, modifiche apportare a quanto di seguito elencato:

o "Funzione generale": la funzione generale svolta dalle comunità, qualunque tipologia e organizzazione abbiano, essa non è una sommatoria di funzioni, ma una “meta funzione”complessiva: "Cura e accoglienza". Accoglienza residenziale di un bambino o un adolescente di cui ci si prende cura, interessandosi con sollecita premura, attraverso un impegno del proprio animo e della propria attività, al fine di promuoverne il benessere e la crescita. Questo interessamento solerte e premuroso crea un clima rassicurante e ristrutturante che accompagna la crescita complessiva del bambino o del ragazzo ottenendo un effetto “curativo-terapeutico” nel quotidiano.

o Funzioni di Base, cioè funzioni che devono essere sempre svolte dalle comunità, indipendentemente dal tipo di accoglienza. Ovviamente potrà variare l'intensità e la modalità dell'erogazione:
1. Intimità/appartenenza: vicinanza emotiva, possibilità di condividere vissuti ed esperienze con persone a cui ci si può sentire “legati”, dimensione relazionale che permette di sperimentare di essere “visti” e “riconosciuti” nei propri bisogni, per quello che si è e di poter sperimentare di essere importante per l’altro, “ri-nascendo” nella relazione con l’altro. Nutrimento psico-affettivo.
2. Educazione/formazione: intervento ampio e articolato, mirante ad estrapolare e potenziare qualità già insite nella persona e competenze ancora inespresse sia sul piano personale che sociale e relazionale. La comunità accompagna l’accolto nel processo di autoconoscenza e di risignificazione dei vissuti, contribuendo ad una strutturazione integrata della propria personalità, contribuendo alla formazione personale e alla promozione di competenze nell’ambito dell’attivazione di strategie di fronteggiamento di bisogni sempre emergenti e/o ulteriori eventi critici nel ciclo di vita. Offerta di stimoli, supporti e opportunità, formali e informali, miranti a potenziare il bagaglio delle conoscenze, delle competenze e delle abilità dei bambini/ragazzi accolti.
3. Riparazione: trattamento di disturbi traumatici dello sviluppo tramite l'offerta di relazioni correttive (contenimento affettivo, risposte sane e consapevoli a comportamenti disfunzionali, comportamenti chiari, coerenti e prevedibili,…) e di supporti terapeutici (sanitari, psicologici e psicoterapici) finalizzati al superamento della condizione patologica.
4. Osservazione: percorso di analisi del minore e del contesto familiare, con attenzione al sistema di relazioni, bisogni e risorse, eventualmente associata ad attività psicodiagnostica.
5. Accudimento materiale: risposta ai bisogni ordinari di alimentazione, igiene, abbigliamento, assistenza medica, istruzione, ...
6. Prevenzione di nuovi danni: Protezione, tutela, salvaguardia del minore dal verificarsi di nuove esperienze sfavorevoli.

o Funzioni specifiche, da attivare a fronte di specifiche esigenze dei minorenni accolti:
7. Emergenza: pronta accoglienza residenziale con l'offerta di alloggio, vitto, relazioni, ... a fronte del bisogno imprevisto e urgente di allontanare il minore dal suo contesto familiare.
8. Accompagnamento al reinserimento nel proprio ambiente familiare: lavoro con la famiglie e l'ambiente di vita del bambino, facilitazione di una positiva relazione tra il bambino e il suo contesto di origine, sostegno al superamento della situazione di inidoneità del contesto familiare.
9. Accompagnamento all'autonomia: sostegno al completamento del percorso di studi, all'inserimento lavorativo, all'autonomia abitativa, all'autogestione del menage quotidiano (gestione economica, igiene, spesa, pasti, bollette, ...).
10. Controllo: attività di vigilanza e di eventuale contenimento del comportamento di minori di area penale finalizzata alla prevenzione di ulteriori reati ed al rispetto delle eventuali prescrizioni giudiziali.
11. Mediazione culturale: facilitazione della comprensione, del rispetto e dell'espressione delle specificità culturali, linguistiche, religiose.

MARCO GIORDANO
 
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