Proposizione n° 2 - Idoneità del personale delle comunità

Prosieguo del confronto sull'abbinamento minori/comunità realizzato da gennaio a maggio 2014 e rilanciato dal Convegno Nazionale di Studi del 15 maggio a Pompei. Per ogni argomento affrontato dal documento base del Convegno, è attivo nel presente Laboratorio un punto "ad hoc" nel quale inserire propri commenti, riflessioni, ...

Proposizione n° 2 - Idoneità del personale delle comunità

Messaggioda admin_affido » 02/06/2014, 14:17

Definire il profilo di idoneità del personale educativo delle comunità (famiglie residenti, educatori, ...)

Tra gli standard di qualità di una comunità residenziale vi deve essere la definizione degli elementi di idoneità di cui deve essere in possesso il personale educativo.

SI PROPONE l'inserimento, in sede di classificazione delle comunità e di redazione degli standard minimi omogenei, di un'adeguata definizione del profilo di idoneità di cui devono essere in possesso coloro che svolgono funzioni educative, facendo le dovute distinzioni per i casi di famiglia residente e per i casi di operatori residenti o turnanti.
Si precisa che tale profilo deve considerare sia gli elementi formativo-curriculari che quelli psicologici, affettivo-relazionali e motivazionali.
L’analisi della dimensione motivazionale degli operatori è un importante indicatore di qualità in quanto, oltre ad incidere sulla qualità della relazione col minore, incide sulla stabilità degli operatori stessi. Dare il giusto peso ai fattori motivazionali può aiutare a ridurre il fenomeno del turn-over.

In merito al profilo delle famiglie residenti SI IPOTIZZA che l'idoneità debba essere collegata ai seguenti fattori:
• composizione e tipologia delle relazioni interne alla famiglia (es.: presenza di un uomo e una donna, con legami affettivi di coppia. Eventuale presenza di figli di entrambi o di uno dei membri della coppia);
• posizionamento relazionale nei confronti dei minori accolti (es.: la famiglia risiede stabilmente nella comunità. La coppia svolge funzioni genitoriali nei confronti dei minori accolti);
• profilo psicologico e affettivo-relazionale della coppia (si prendono a riferimento gli elementi di "compatibilità all'affidamento familiare" individuati dal CNSA in un documento del 2011: capacità riflessiva, capacità empatica, capacità genitoriale sociale, capacità educativa, flessibilità e apertura al cambiamento, capacità di collaborare all’interno di un sistema di relazioni complesse, modalità efficace di reazione in situazioni stressanti. Utile richiamare anche la capacità di stare in contatto con il dolore senza farsi travolgere, nell’accogliere il dolore e rinominarlo, nell’essere capaci di accompagnare l’elaborazione per trovare evoluzione - non negazione; essere capaci di promuovere appartenenza ma anche “individuazione” e di separarsi e lasciar separare; la capacità di saper costruire rete con gli altri professionisti/servizi di cura);
• profilo motivazionale (individuazione delle motivazioni personali e/o di coppia che spingono al lavoro in comunità, con distinzione delle motivazioni “altruistiche” e “egoistiche”, individuazione dei bisogni personali e/o di coppia e del grado di soddisfazione di tali bisogni);
• profilo formativo di base (es.: possedere titoli universitari o regionali in ambito sociale e/o psicologico e pedagogico. In mancanza, l'aver partecipato ad un percorso formativo iniziale tenuto dai servizi sociali locali - singoli o associati - o da enti del privato sociale all'uopo convenzionati) e permanente (es.: il partecipare periodicamente a giornate seminariali di formazione specifica). Si precisa che non si ritiene sufficiente la normale formazione cui partecipano le famiglie affidatarie, data la maggiore complessità dei bisogni e del sistema a cui la famiglia residente in comunità deve saper far fronte.

SI IPOTIZZA inoltre che la valutazione dell'idoneità della coppia si basi sui seguenti elementi:
• titolarità della valutazione della coppia (es.: la famiglia deve essere valutata da parte dei servizi sociali locali);
• aree di approfondimento (area motivazionale esplicita e implicita, storia personale di coppia e familiare, organizzazione familiare, dimensione affettivo relazionale e stili educativi, rete familiare, rete sociale, rappresentazione dell’accoglienza, esperienze di solidarietà e/o volontariato pregresse o in corso);
• strumenti utilizzati (scheda o fascicolo del nucleo familiare, colloqui individuali, colloqui di coppia, strumenti psicodiagnostici, genogramma familiare, visita domiciliare).
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Re: Proposizione n° 2 - Idoneità del personale delle comunit

Messaggioda MARIANNA GIORDANO » 30/06/2014, 19:58

Criteri e standard andrebbero individuati non solo per le comunità familiari, ma per tutte le comunità considerando in modo non solo aprioristicamente negativo naturali motivazioni altruistiche e al tempo stesso SANAMENTE “egoistiche” considerando l’importanza della formazione continua e della supervisione quali spazi per l’elaborazione e la distinzione tra dimensioni personli e lavorative Riflessione condivisa tra la presidenza Cismai, Marianna Giordano, Dario Merlino, Monica Procentese, Fedele Salvatore)
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