8. CRITERI E MODALITÀ PER SCELTE A MISURA DI BAMBINO
Inviato: 02/06/2014, 14:14
Sulla base di quanto sopra illustrato si formulano di seguito alcune proposizioni. Ribadiamo che non si tratta di "ipotesi risolutive" né tantomeno di proposte rigide ed immodificabili. Il tempo della ricerca e del confronto comune si presenta ancora lungo e chiede l'apertura e il confronto con contributi ulteriori.
Negli interventi di allontanamento la realizzazione di adeguati abbinamenti tra il bambino/ragazzo e il contesto in cui inserirlo, si basa sull'esistenza di alcune "precondizioni". La prima precondizione è quella di assicurare un'ampia gamma di soluzioni di accoglienza, tutte di buona qualità, e la possibilità di integrare tra loro le varie forme di intervento.
Per quanto riguarda le comunità da tempo si parla di "qualità dell'intervento", di classificazione delle tipologie di accoglienza, del bisogno che su questo punto intervengano indicazioni nazionali che facciano chiarezza definendo standard minimi omogenei. Di certo non è questo il luogo in cui esaminare in modo esaustivo il tema. Tuttavia riteniamo utile presentare alcune proposizioni:
• Proposizione n° 1. Introdurre l'obbligo della supervisione degli operatori delle comunità.
• Proposizione n° 2: Definire il profilo di idoneità del personale educativo delle comunità (famiglie residenti, educatori, ...);
• Proposizione n° 3. Realizzare, a livello nazionale, una "classificazione multifunzionale" delle comunità.
• Proposizione n° 4. Istituire anagrafi regionali delle comunità, dotate di schede descrittive approfondite (e aggiornate) che offrano tutte le informazioni funzionali utili ad un corretto abbinamento
Altre questioni inerenti la qualità delle comunità riguardano: la formazione degli operatori, il contenimento del turn-over degli operatori, il sistema dei controlli delle comunità e il connesso tema della verifica della qualità sostanziale degli interventi, i criteri di determinazione della capienza massima delle comunità (al fine di evitare che, attraverso artifizi edilizi, permangano in vita ex-istituti educativo assistenziali), etc. Si rimanda ad altre occasioni e contesti l'approfondimento di queste ed altre importantissime questioni.
Entrando nel merito della realizzazione dell'abbinamento, occorre distinguere la metodologia dell'abbinamento (quali passaggi vengono realizzati, con quale ordine e modalità, ...) dai criteri/codici dell'abbinamento (quali sono le risposte più adatte a determinati bisogni). A tal proposito formuliamo:
• Proposizione n° 5: Definire e adottare formalmente protocolli inerenti la metodologia di costituzione dell'équipe sul caso e di svolgimento del processo di abbinamento minore/comunità.
• Proposizione n° 6: Istituire una commissione scientifica, inter-disciplinare ed inter-istituzionale, che lavori alla elaborazione di un primo set di criteri/codici dell'abbinamento minore/comunità.
Negli interventi di allontanamento la realizzazione di adeguati abbinamenti tra il bambino/ragazzo e il contesto in cui inserirlo, si basa sull'esistenza di alcune "precondizioni". La prima precondizione è quella di assicurare un'ampia gamma di soluzioni di accoglienza, tutte di buona qualità, e la possibilità di integrare tra loro le varie forme di intervento.
Per quanto riguarda le comunità da tempo si parla di "qualità dell'intervento", di classificazione delle tipologie di accoglienza, del bisogno che su questo punto intervengano indicazioni nazionali che facciano chiarezza definendo standard minimi omogenei. Di certo non è questo il luogo in cui esaminare in modo esaustivo il tema. Tuttavia riteniamo utile presentare alcune proposizioni:
• Proposizione n° 1. Introdurre l'obbligo della supervisione degli operatori delle comunità.
• Proposizione n° 2: Definire il profilo di idoneità del personale educativo delle comunità (famiglie residenti, educatori, ...);
• Proposizione n° 3. Realizzare, a livello nazionale, una "classificazione multifunzionale" delle comunità.
• Proposizione n° 4. Istituire anagrafi regionali delle comunità, dotate di schede descrittive approfondite (e aggiornate) che offrano tutte le informazioni funzionali utili ad un corretto abbinamento
Altre questioni inerenti la qualità delle comunità riguardano: la formazione degli operatori, il contenimento del turn-over degli operatori, il sistema dei controlli delle comunità e il connesso tema della verifica della qualità sostanziale degli interventi, i criteri di determinazione della capienza massima delle comunità (al fine di evitare che, attraverso artifizi edilizi, permangano in vita ex-istituti educativo assistenziali), etc. Si rimanda ad altre occasioni e contesti l'approfondimento di queste ed altre importantissime questioni.
Entrando nel merito della realizzazione dell'abbinamento, occorre distinguere la metodologia dell'abbinamento (quali passaggi vengono realizzati, con quale ordine e modalità, ...) dai criteri/codici dell'abbinamento (quali sono le risposte più adatte a determinati bisogni). A tal proposito formuliamo:
• Proposizione n° 5: Definire e adottare formalmente protocolli inerenti la metodologia di costituzione dell'équipe sul caso e di svolgimento del processo di abbinamento minore/comunità.
• Proposizione n° 6: Istituire una commissione scientifica, inter-disciplinare ed inter-istituzionale, che lavori alla elaborazione di un primo set di criteri/codici dell'abbinamento minore/comunità.